Premessa

Questo mio blog nasce con l'intento di svolgere un esame universitario ma non solo. Ho voluto scegliere l'arte, in particolare quella a cavallo tra '800 e '900, che è una delle mie più grandi passioni, proprio per poter dare un continuo a questo progetto e diffondere ai visitatori del blog le mie conoscenze ed esperienze personali riguardo a questo mondo.

martedì 9 febbraio 2010

Assignment..non numerato: saper ascoltare..

Questo compito mi ha da subito colpito per la sua non numerazione; incuriosita ho iniziato a leggerlo e da lì sono arrivata fino in fondo all'articolo e neanche me ne sono accorta. Ritengo che se uno iniziasse a parlare della malattia assodata del "non ascoltare" della società di oggi non finirebbe più.
Penso sia più utile, dato il titolo di studentessa universitaria e grazie ad un'esperienza diretta, parlare di questa incapacità di ascoltare riguardo alla didattica universitaria. Sono d'accordo col mio professore quando afferma che ancora, purtroppo, ci sono segni indelebili di un impianto scolastico tradizionale che ha preso le mosse dall'opera di uomini che hanno fatto parte del Novecento; ed è vero che la tecnologia è uno, forse l'unico, dei mezzi per venirne fuori. Apprendo da alcuni miei amici che sono iscirtti ad altre facoltà dell'Università di Firenze, tipo Economia, che stanno mettendo in uso, gradualmente, i verbali digitali; ciò significa niente più verbali cartacei e meno lavoro di segreteria. Che bello! Ma l'altra faccia della medaglia mostra professori che lo fanno perchè obbligati, altri che lo sminuiscono e altri ancora che si rifiutano, guarda caso quelli che sono da tanti anni professori universitari..
Io penso che in generale a capo del problema ci sia il non capire i vantaggi di certe novità, e sicuramente una paura di lasciare il certo per l'ignoto; stasi, nessun cambiamento, quando invece è proprio questo che serve per migliorarsi, perchè non si finisce mai di fare un cosa in modo migliore o meglio in modo più efficiente (questo mi fa venire in mente l'episodio dei quattro amici che si organizzano per il campeggio di CommonCraft). Sicuramente il mezzo, lo strumento, è il confronto che non deve essere univoco, cioè non bisogna solo saper parlare ma anche "ascoltare".
E sono convinta che se fosse diffusa questa idea nell'ordinamento universitario, per collegarci a quanto detto sopra, tutto sarebbe organizzato in modo migliore. I famosissimi moduli di valutazione della didattica sarebbero un potente strumento in mano agli studenti se fossero utilizzati. Con questo voglio dire che se per x anni arrivano in "segreteria" 200 valutazioni negative sullo stesso professore, questo rimane per x anni incollato alla sua cattedra. Di conseguenza gli studenti la vedono come una perdita di tempo.
Questa non vuole essere una critica univoca; sappiamo benissimo l'incapacità di ascoltare di buona parte del mondo giovanile, compresi noi studenti, però è vero anche il fatto che se ci fossero flussi informativi, sia in entrata che in uscita, alla nostra università, la dirigenza verrebbe a conoscenza del enorme numero degli esami, possibili in teoria ma non certamente in pratica, da sostenere, dei ritmi impossibili e stressanti a cui sono sottoposti gli studenti di infermieristica, dei pianti che li assalgono; e davanti ad un muro altro 10 m l'unica soluzione qual'è? Arrendersi..cioè fallimento..e quindi vedi amici che mollano e vanno a cercare un'altro lavoro o un'altra università, non quello che hanno da sempre sognato o almeno pensato di fare.

Forse mi sono fatta prendere troppo da questo argomento (ma è interessante!!) e forse sono entrata troppo nei particolari, ma ho dato sfogo a quello che già da tanto tempo noi studenti di infermieristica pensiamo, e ringrazio il mio professore di informatica che me ne ha dato modo. L'idea del blog mi ha incuriosita perchè l'ho vista sia come una possibilità di conoscere cose nuove che un modo alternativo di sostenere un esame.